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Il test

 
 
di: Antonio Pantalena 

 

Ci siamo precedentemente preoccupati di delineare gli elementi caratterizzanti la qualità dei dati da impiegare nella fase di test, ma nulla è stato detto riguardo alla quantità di dati da utilizzare.

Il test dovrebbe essere realizzato su una serie storica di dati passati sufficientemente lunga da presentare una casistica completa di tutte le possibili situazioni di mercato (uptrend, downtrend, sideaways trend). Appare evidente, infatti, che un sistema costruito per sfruttare i grossi movimenti rialzisti risulterà del tutto fallimentare se testato su una serie caratterizzata solo da movimenti laterali o ribassisti, così come produrrà risultati eccezionali nel caso in cui i dati siano relativi ad un forte mercato toro. Entrambe le ipotesi sono inaccettabili in quanto scopo di questa fase è quello di definire il comportamento che il sistema è destinato, verosimilmente, a riprodurre nel futuro e di accertarsi che sia capace di generare utili, o quanto meno di non generare perdite, in qualsiasi scenario venga ad essere implementato. Di conseguenza, il valore delle risultanze di un test effettuato su un campione di dati così scarsamente significativo sarebbe praticamente nullo.

Quanto detto è particolarmente vero, secondo me, nel caso di trading systems destinati all'operatività intra-day o di breve/brevissimo; so di numerosi casi di sistemi di questo tipo testati su serie della lunghezza di 2-3 mesi, ritenendo queste sufficienti se espresse su time-frames di 5-10 minuti. Un approccio di questo tipo trascura un aspetto che io considero molto importante: per quanto voglia essere pregnante la frattalità delle serie dei prezzi questa non è tale da rendere il comportamento delle quotazioni intraday indifferente alla fase che il mercato attraversa. Così, un sistema testato su due mesi di mercato al rialzo produrrà verosimilmente risultati diversi se applicato ad un mercato choppy o ribassista. Avrei potuto realizzare un sistema basato sulla seguente regola: compra ogni giorno all'ora random e al minuto random e vendi dopo un'ora; credo che se testato, ad esempio, sul Fib30 tra Novembre 1999 e Febbraio 2000 avrebbe dato discreti risultati. Dite che questi sarebbero stati gli stessi se il periodo fosse stato spostato in avanti di un anno? Diciamo...Novembre 2000 Febbraio 2001? Io penso di no. E' per questo motivo che suggerisco di testare i sistemi destinati all'intraday su serie storiche di durata sufficiente a comprendere diverse fasi di mercato (al rialzo, al ribasso, laterale, alta volatilità, bassa volatilità), o quanto meno, se si ritiene questa procedura troppo impegnativa (250 giorni di borsa sono costituiti, se non ho sbagliato i calcoli, da 27000 barre da 5 minuti) di utilizzare spezzoni di serie tratti da mercati in diversi fasi.

E' indifferente testare il sistema nella fase A, B o C?

 

Facendo riferimento alla fase di test si parla in genere di back-test, in quanto si simula l'applicazione del sistema su una serie di dati passati e se ne studiano i risultati. Alternativo a questo approccio è il feed-forward test. In questo caso la serie storica di cui si dispone viene divisa in più parti; si procede innanzitutto al back-test del sistema sul primo spezzone di dati. Si verifica, poi, la validità dei risultati così ottenuti, simulando l'applicazione del trading system sul secondo spezzone di dati. Qualora gli indicatori di performance non diano valori soddisfacenti si ripete la procedura finché non si ottengono risultati positivi sia in fase di back-test che in fase di forward-test. Nel caso in cui la serie venga divisa in più di due parti, tale procedura può essere ripetuta più volte su dati differenti.

Tale approccio, però, nasconde due vizi di fondo: il primo consiste nel fatto che la ricerca di parametri che risultino efficaci anche nel forward-test finisce col far coincidere questa fase con una procedura di back-test, confondendosi, così, il tuning del sistema con la verifica della sua affidabilità. Per questo motivo c'è chi ritiene che debba essere introdotto un terzo set di dati, detto "walk through set", da utilizzare per la verifica finale del sistema. Il mancato superamento dovrebbe portare, però, secondo me, all'abbandono del sistema, non ad una sua modifica, altrimenti si cadrebbe nell'errore di cui sopra.

Il secondo limite si estrinseca nel bias favorevole ai sistemi di trading veloci che l'impiego di serie storiche più brevi introduce. La simulazione effettuata su serie temporali ridotte (il che è dovuto alla suddivisione in più parti della serie originale) può far sì che un sistema costruito per essere profittevole nel lungo periodo, non possa esprimere questa sua caratteristica in quanto alcune sue operazioni in utile verrebbero interrotte prima della loro chiusura a causa della fine della serie di dati.

Per adesso concludo qui... a presto!

 

a.p. - 7 aprile 2001

 

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Si precisa che questa Rubrica, occupandosi esclusivamente di Analisi Tecnica, non terrà conto di 'voci' od altre cose del genere, limitandosi ad analizzare oggettivamente i grafici proposti. Le pagine di questo sito non costituiscono servizio di consulenza finanziaria né sollecitazione al pubblico risparmio. Le indicazioni riportate sono frutto di analisi amatoriali e vengono diffuse come elementi di studio o semplici spunti di riflessione. L'autore ed il Web Master declinano pertanto ogni responsabilità per le eventuali conseguenze negative che dovessero scaturire da un'operatività fondata sull'osservanza delle suddette indicazioni.

 

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