PSICOLOGIA DEL TRADING

4 - Le emozioni

di: Mario Salvia 
Socio SIAT
(Società Italiana di Analisi Tecnica)

 

In questo capitolo vedremo come le emozioni, e più in generale quell’insieme di pulsioni che vengono prodotte, né più né meno come l’adrenalina, da chiunque si decida ad operare su mercati assai volatiti come quelli azionari, con tutti i loro derivati.

Sia che si tratti di un trader professionista da anni sul mercato, sia di uno speculatore, come di un cassettista o di un principiante di analisi tecnica e finanziaria, costui, nel momento di operare, o soltanto seguendo gli sviluppi di un’operazione avviata in precedenza, percepirà senz’altro, "un attacco" al proprio equilibrio da parte delle "emozioni".

Infatti, sia da parte di fattori esterni, come da parte di fattori interni, il nostro equilibrio, è continuamente in oscillazione tra due estremi, altrettanto pericolosi: da una parte la paura e dall’altra la presunzione e l’avidità. Sono i famosi "Fear and Greed" , i nemici per eccellenza della tradizione del trading anglosassone. Paura di dover sopportare forti perdite, da una parte, ed eccessiva confidenza con il mercato, causata dall’avidità di guadagno, dall’altra.

- La paura

Nel concetto di paura, vengono inclusi una varietà notevole di stati emotivi, quali l’ansia, il panico, l’ira e l’ostilità, stati d’animo che spesso ci fanno agire come non vorremmo o non dovremmo.

La paura si diffonde con facilità sui mercati finanziari, come è tipico di ogni condizione di panico, ed è facile perdere la razionalità, l’equilibrio, spesso sopravvalutando una situazione negativa (panic selling).

Concentrando il nostro interesse su quel tipo di paura che attraversa trasversalmente i mercati, vedremo che il termine stesso rappresenta almeno una decina di tipologie diverse.

Tra le più note il cd. "never-ending bear market", ossia la paura irrazionale che un mercato impostato al ribasso possa non avere mai fine.

Molto diffusa anche la paura di rimanere esclusi, ossia la paura di "perdere il treno", un modo di dire per rappresentare la paura di non sfruttare un’occasione, uno strappo violento del mercato che abbiamo paura non ci veda tra i protagonisti.

- The Greed

Ho preferito usare questa parola inglese, perché in un solo vocabolo riassume ciò che in italiano si definirebbe "ingordigia associata alla presunzione". Si tratta dell’altro estremo a cui abbiamo accennato parlando di emozioni.

Questa combinazione di eccessiva confidenza con il mercato e del desiderio di fare grandi guadagni in breve tempo ha portato al fallimento numerosi traders, specialmente dopo che, negli ultimi anni, si sono affermati sempre più i cd. "strumenti derivati" quali i futures.

La presunzione, può portare l’investitore a cadere nella cosiddetta "trappola della piramide", un meccanismo che ci porta ad essere vittime del nostro stesso successo, ad incrementare sempre più l’ammontare degli investimenti a fronte dei guadagni riscontrati, fino a quando un investimento non andato a buon fine comporterà delle perdite sproporzionate rispetto ai guadagni ottenuti.

Questa è una tipica situazione in cui, all’iniziale ritiro della razionalità (aumento degli investimenti sproporzionato) subentra, sotto la forma del miraggio di forti guadagni, l’ingordigia, fino a perdere del tutto la capacità di vedere la possibilità di uno sbaglio, da parte nostra.

Il nome "a piramide", com’è ovvio, deriva dal fatto che ad ogni successo si incrementa la somma investita e quindi l’esposizione al rischio di fallimento.

- Difendersi

Dopo aver visto solo alcuni dei principali risvolti psicologici della attività del trading, c’é motivo di preoccuparsi. Andiamo dunque a vedere con quali armi possiamo combattere questa battaglia con le avverse emozioni.

Innanzitutto la conoscenza, rappresenta la nostra prima difesa. Lungi dall’idea di poter diventare dei super-uomini completamente insensibili alle sollecitazioni continue della nostra psiche, possiamo invece sviluppare la consapevolezza di essere uomini come gli altri, sensibili alle emozioni, ma proprio in virtù di questa consapevolezza, abili a non diventarne schiavi o comunque, succubi.

Possiamo fare del nostro equilibrio la prima grande diga, e della disciplina in campo lavorativo, lo strumento operativo prioritario nella nostra organizzazione del lavoro.

Dobbiamo essere ben consapevoli che il successo sui mercati finanziari è qualcosa che va costruito un mattone dopo l’altro, nel tempo, senza seguire scorciatoie.

Ed il metodo, qualunque esso sia, deve essere portato avanti con disciplina.

Per disciplina intendo la capacità di mantenere un equilibrio psicologico, il possesso di una metodologia operativa ma anche e sopratutto mentale, atta a permettere di conservare l’obiettività e la razionalità anche nei momenti più difficili.

Ed abbiamo visto come, anche nei successi, anzi, in primis nei successi, bisogna esigere equilibrio e razionalità.

L’euforia, la presunzione d’infallibilità, sono sempre dietro l’angolo.

La gran parte dei traders è ben conscia di questo fattore emotivo, e a seguito di una lunga serie di operazioni profittevoli, si allontanano dal mercato per un certo tempo, al fine di "riequilibrarsi", raccogliendo le idee e riacquistando quella razionalità che poteva essere messa in pericolo da crisi di euforia.

Nel mio piccolo, anch’io non derogo a questa disposizione, integrandola con un atteggiamento identico, anche in caso di lunghe sequele negative.

 

Mario Salvia - 27 luglio 2003

 

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