(Società Italiana di Analisi
Tecnica)
In questo capitolo vedremo come le emozioni, e più in generale
quell’insieme di pulsioni che vengono prodotte, né più né meno
come l’adrenalina, da chiunque si decida ad operare su mercati
assai volatiti come quelli azionari, con tutti i loro derivati.
Sia
che si tratti di un trader professionista da anni sul mercato,
sia di uno speculatore, come di un cassettista o di un principiante
di
analisi tecnica e finanziaria, costui, nel momento di operare,
o soltanto seguendo gli sviluppi di un’operazione avviata
in precedenza, percepirà senz’altro, "un
attacco" al proprio
equilibrio da parte delle "emozioni".
Infatti, sia da parte di fattori esterni, come da parte di fattori
interni, il nostro equilibrio, è continuamente in oscillazione
tra due estremi, altrettanto pericolosi: da una parte la paura e
dall’altra
la presunzione e l’avidità.
Sono i famosi "Fear and Greed" , i nemici per
eccellenza della tradizione del trading anglosassone. Paura di
dover sopportare
forti perdite, da una parte, ed eccessiva confidenza con il mercato,
causata dall’avidità di guadagno, dall’altra.
- La paura
Nel concetto di paura, vengono inclusi una varietà notevole
di stati emotivi, quali l’ansia, il panico, l’ira e l’ostilità,
stati d’animo che spesso ci fanno agire come non vorremmo
o non dovremmo.
La paura si diffonde con facilità sui mercati finanziari, come è tipico
di ogni condizione di panico, ed è facile perdere la razionalità,
l’equilibrio, spesso sopravvalutando una situazione negativa
(panic selling).
Concentrando il nostro interesse su quel tipo di paura che attraversa
trasversalmente i mercati, vedremo che il termine stesso rappresenta
almeno una decina di tipologie diverse.
Tra le più note il cd. "never-ending bear market",
ossia la paura irrazionale che un mercato impostato al ribasso
possa non avere mai fine.
Molto diffusa anche la paura di rimanere esclusi, ossia la paura
di "perdere il treno", un modo di dire per rappresentare
la paura di non sfruttare un’occasione, uno strappo violento
del mercato che abbiamo paura non ci veda tra i protagonisti.
- The Greed
Ho preferito usare questa parola inglese, perché in un
solo vocabolo riassume ciò che in italiano si definirebbe
"ingordigia associata alla presunzione". Si tratta
dell’altro estremo a cui abbiamo accennato parlando
di emozioni.
Questa combinazione di eccessiva confidenza con il mercato e del
desiderio di fare grandi guadagni in breve tempo ha portato al
fallimento numerosi
traders, specialmente dopo che, negli ultimi anni, si sono affermati
sempre più i cd. "strumenti derivati" quali
i futures.
La presunzione, può portare l’investitore a cadere
nella cosiddetta "trappola della piramide", un
meccanismo che ci porta ad essere vittime del nostro stesso successo,
ad incrementare
sempre più l’ammontare degli investimenti a fronte
dei guadagni riscontrati, fino a quando un investimento non andato
a buon
fine comporterà delle perdite sproporzionate rispetto ai
guadagni ottenuti.
Questa è una tipica situazione in cui, all’iniziale ritiro
della razionalità (aumento degli investimenti sproporzionato)
subentra, sotto la forma del miraggio di forti guadagni, l’ingordigia,
fino a perdere del tutto la capacità di vedere la possibilità di
uno sbaglio, da parte nostra.
Il nome "a piramide", com’è ovvio,
deriva dal fatto che ad ogni successo si incrementa la somma investita
e quindi l’esposizione al rischio di fallimento.
- Difendersi
Dopo aver visto solo alcuni dei principali risvolti psicologici
della attività del trading, c’é motivo di preoccuparsi.
Andiamo dunque a vedere con quali armi possiamo combattere questa
battaglia
con le avverse emozioni.
Innanzitutto la conoscenza, rappresenta la nostra prima difesa. Lungi
dall’idea di poter diventare dei super-uomini completamente insensibili
alle sollecitazioni continue della nostra psiche, possiamo invece sviluppare
la consapevolezza di essere uomini come gli altri, sensibili alle emozioni,
ma proprio in virtù di questa consapevolezza, abili a non diventarne
schiavi o comunque, succubi.
Possiamo fare del nostro equilibrio la
prima grande diga, e della disciplina in campo lavorativo, lo
strumento operativo prioritario nella nostra organizzazione del
lavoro.
Dobbiamo essere ben consapevoli che il successo sui mercati
finanziari è qualcosa
che va costruito un mattone dopo l’altro, nel tempo, senza
seguire scorciatoie.
Ed il metodo, qualunque esso sia, deve essere portato avanti con
disciplina.
Per disciplina intendo la capacità di mantenere un equilibrio
psicologico, il possesso di una metodologia operativa ma anche e sopratutto
mentale, atta a permettere di conservare l’obiettività e
la razionalità anche nei momenti più difficili.
Ed abbiamo visto come, anche nei successi, anzi, in primis nei successi,
bisogna esigere equilibrio e razionalità.
L’euforia, la presunzione d’infallibilità, sono
sempre dietro l’angolo.
La gran parte dei traders è ben conscia di questo fattore
emotivo, e a seguito di una lunga serie di operazioni profittevoli,
si allontanano
dal mercato per un certo tempo, al fine di "riequilibrarsi",
raccogliendo le idee e riacquistando quella razionalità che
poteva essere messa in pericolo da crisi di euforia.
Nel mio piccolo, anch’io non derogo a questa disposizione, integrandola
con un atteggiamento identico, anche in caso di lunghe sequele negative.
Mario Salvia - 27 luglio 2003
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